Cantone Raffaele - Carloni Enrico - 2018 - Corruzione e anticorruzione: Dieci lezioni by Cantone Raffaele - Carloni Enrico

Cantone Raffaele - Carloni Enrico - 2018 - Corruzione e anticorruzione: Dieci lezioni by Cantone Raffaele - Carloni Enrico

autore:Cantone Raffaele - Carloni Enrico
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Political Science, General
ISBN: 9788858833308
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2018-10-16T22:00:00+00:00


6.5 Gli obblighi di pubblicità

Nel 2012, grazie anche a un contesto politico particolare, è stata adottata la prima normativa organica anticorruzione nella quale non si poteva certo non trattare quello che era considerato dovunque il presidio principe contro questo crimine: la trasparenza. Nella legge Severino, in uno dei commi del lunghissimo articolo 1, veniva conferita al governo la delega a emanare una normativa che procedesse alla ricognizione e al coordinamento degli obblighi di pubblicazione imposti via via da altre norme, e si dava anche mandato al governo di ampliare questi obblighi, estendendoli, ad esempio, a tutti gli atti che avevano a oggetto l’uso di risorse pubbliche e a quelli relativi allo svolgimento e ai risultati delle funzioni amministrative.

Nel marzo del 2013 veniva adottato il decreto legislativo n. 33, che pomposamente qualcuno definisce “codice della trasparenza” perché ha l’importante pregio di riunire in un unico testo tutte le norme previste in materia, rendendole quindi conoscibili e accessibili a tutti.

Questa normativa regola quella che viene definita trasparenza “attiva”, vale a dire assicurata direttamente dalle istituzioni pubbliche, che sono tenute a diffondere una serie di dati. Un indiscutibile salto di qualità in virtù del quale la trasparenza diventa la condizione normale di azione delle amministrazioni, che sanno che dovranno preoccuparsi non solo della redazione di un atto ma anche della sua successiva pubblicazione.

In particolare, le amministrazioni pubbliche devono inserire nel proprio sito istituzionale una specifica sezione denominata “amministrazione trasparente” nella quale vanno pubblicate alcune informazioni ritenute dal legislatore, con una sua valutazione di carattere generale e astratto, rilevanti e meritevoli di essere rese pubbliche, specie in ordine alla loro organizzazione, alla loro efficienza, all’attività, all’utilizzo delle risorse pubbliche, ai contratti e al ricorso a consulenze. Tale pubblicazione deve avvenire in formato “aperto” che consente la piena fruizione e la riutilizzabilità dei dati che restano pubblici per cinque anni.

Anche qui l’invito ad apprezzare la novità non può non passare attraverso una visita diretta della sezione “amministrazione trasparente” dei siti istituzionali, del nostro Comune, di un’università, di un ente pubblico nazionale, di un ministero. Questa visita, più di ogni parola, fornisce un quadro dei contenuti, liberamente fruibili e riutilizzabili, oltre che dei limiti che questo tipo di trasparenza in concreto ancora incontra.

Per evitare che la riforma restasse sulla carta, il codice della trasparenza individua l’organo a cui spetta la vigilanza: l’Autorità nazionale anticorruzione, che può verificare di ufficio o su richiesta di chiunque l’esatto adempimento degli obblighi e in alcuni casi (in particolare, con riferimento alle notizie sui redditi degli organi di indirizzo politico) può anche irrogare pesanti sanzioni pecuniarie (da 500 a 10.000 euro) a coloro che non forniscono o non pubblicano i dati e comunque può ordinare alle amministrazioni la pubblicazione dei dati mancanti.

In ogni amministrazione, poi, è anche prevista la nomina del responsabile della trasparenza, un ruolo che normalmente coincide con quello di responsabile della prevenzione della corruzione, con autonomi poteri di controllo e di intervento sulle omissioni di pubblicazione del proprio ente. Un sistema di vigilanza e controlli che complessivamente ha garantito l’effettiva entrata in vigore di una riforma, questa sì davvero rivoluzionaria.



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